LA NOSTRA STORIA

Dal 1995 al 2005

La genesi del Doposcuola San Biagio scaturisce dall’iniziativa di Cristina Tomatis, madre di tre figli e tuttora responsabile delle attività. Dopo aver seguito per quattro anni un adolescente nello svolgimento dei compiti pomeridiani fu lei che, nel 1995, pensò alla possibilità di attivare un servizio pomeridiano di accompagnamento allo studio. Unendosi ad altre persone con la stessa disponibilità, fra cui Marta Ingrassia, amica con alle spalle dieci anni di esperienza in una delle realtà di doposcuola allora già funzionanti nel panorama monzese.  Venne a crearsi un gruppo che si proponeva di offrire parte del proprio tempo per supportare, in modo strutturato, ragazzi con difficoltà scolastiche prevalentemente per problemi economici e di lavoro delle famiglie, ma anche per problemi di salute o legati a difficoltà nella gestione familiare.
Nel marzo del 2000, grazie alla disponibilità e  alla condivisione di intenti con Don Alberto Torriani, allora coadiutore dell’Oratorio San Biagio, Marta e Cristina iniziano l’attività in un locale dell’oratorio con l’aiuto di 4 volontari, un solo pomeriggio alla settimana e rivolgendo l’azione su soli 4 bambini italiani delle classi elementari.
Il gruppo, rivoltosi alla Caritas Ambrosiana dove già esisteva un Ufficio Minori, con una sezione appositamente creata per sostenere gli operatori dei doposcuola, ricevono possibilità di confronto e formazione per l’organizzazione di centri per l’accoglienza e l’affiancamento allo studio.
Tramite il ruolo di interlocutore assunto dalla Caritas decanale di Monza, e con Don Augusto Panzeri, direttore, è possibile mettere in rete doposcuola presenti nelle varie parrocchie della città. Ciò consente di proporre ed ottimizzare le risorse ed i percorsi formativi.
Il Doposcuola viene configurandosi non solo come il luogo in cui fare i compiti ma, soprattutto, come spazio educativo, che permette ai ragazzi di fare esperienza di amicizia, di compagnia e di dialogo, sviluppando la propria autonomia e responsabilità, maturata grazie alla presenza attenta di adulti e giovani affidabili.
L’attenzione al benessere scolastico dei ragazzi è quindi visto in un’ottica più allargata, legata alla lettura del bisogno educativo espresso dalla famiglia.
L’oratorio San Biagio decide di dare più spazio a questa realtà appena nata, mettendo a disposizione locali più ampi e chiede di passare da uno a due pomeriggi di apertura. La ristrutturazione dell’Oratorio permette di assegnare al Doposcuola un intero piano, che ha potuto assumere l’aspetto accogliente e piacevole tuttora visibile. Per giungere a questo risultato sono state impiegate, da parte di tutti collaboratori, competenze tecniche e creatività, nell’impiego di materiali ed oggetti donati, i quali, sono stati riutilizzati nell’arredamento ed adattati alle esigenze del Servizio.

Dal 2005 al 2014

Alla luce dei successi raggiunti, nel 2005 il Doposcuola San Biagio partecipa al primo bando della legge regionale n.23/99 sulle Politiche Familiari, attraverso il quale si aggiudica il primo finanziamento per poter sostenere la figura di un operatore specialista, in questo caso la maestra e psicologa Valeria Cenerini.
Il Doposcuola decolla, apre le porte per quattro pomeriggi la settimana e, ogni venerdì, offre un pranzo alle famiglie dei ragazzi partecipanti al Doposcuola, momento conviviale importante non solo dal punto di vista sociale ma anche educativo.
Nel 2006 l’attività del Doposcuola assume proporzioni importanti, che suggeriscono la necessità di un ampliamento dell’équipe di coordinamento. Grazie alla collaborazione di Roberto Mauri, marito di Cristina, si riescono a trovare sostegni, bandi e finanziamenti, sufficienti per la creazione di un vero e proprio gruppo di lavoro. Viene assunta una seconda operatrice, Silvia Crippa.
Nell’anno successivo le due operatrici vengono sostituite da Giulia Sala e Valentina Fratus, a tutti gli effetti dipendenti del Doposcuola per 25 ore a settimana.
Il numero delle domande di partecipazione aumenta rapidamente, vengono firmati protocolli d’intesa con alcune scuole del territorio monzese e si reclutano volontari tramite il passaparola in Parrocchia e fra gli scout.  Si stipula, inoltre, un accordo con l’Istituto Leone Dehon, che invia, in veste di volontari, i suoi studenti del liceo classico e socio-pedagogico, per sperimentarsi sul campo con i ragazzi; dapprima solo come assistenza al gioco dei più piccoli, in seguito nel sostegno allo studio pomeridiano.

Prende forma il modello attuale dell’equipe di lavoro, in cui convergono figure volontarie (Cristina Tomatis, Mario De Matteis e Patrizia Baldi) e figure specializzate retribuite (Giulia Sala fino al 2014, Ilaria Molteni fino al 2018 e Federica Bonanno dal 2014).

Si rafforza il rapporto con l’Amministrazione Pubblica (Istruzione, Servizi Sociali, Politiche Giovanili) e con Enti del privato sociale; aumenta l’attenzione alle famiglie, viene offerto ai ragazzi – ed alle famiglie – un servizio di orientamento alla scuola superiore, che, dopo qualche anno, viene proposto già a partire dal secondo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado; si apre il Doposcuola al biennio delle superiori, per i soli ragazzi già seguiti nel corso degli anni scolastici precedenti. Via via si raggiungono gli standard più recenti, che, nel 2013, vengono dettagliatamente presentati tramite un rapporto dal titolo “Doposcuola fra scuola e territorio. Una risorsa per le famiglie”.

Dal 2014 al 2020

Per parecchi anni le attività del Doposcuola sono state supportate economicamente dalla Parrocchia. Nel 2014 il Doposcuola si struttura come Associazione di volontariato, per la necessità di avere autonoma personalità giuridica che faciliti l’accesso ai bandi di finanziamento di un maggior numero di enti erogatori attraverso la presentazione di progetti.
Completato l’iter burocratico, l’Associazione è stata registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Monza. Ha poi ottenuto l’iscrizione nel Registro Regionale del Volontariato, Sezione Monza e Brianza, iscrizione che viene annualmente rinnovata, a termini di legge, per il mantenimento dei requisiti (Riferimenti dell’iscrizione al Registro Regionale delle Associazioni di Volontariato: iscrizione no.74 del 7/07/2014, decreto R.G. 2082/2014, protocollo 27573 del 03/09/2014).
Nel 2019 l’Associazione si adegua alla Riforma del Terzo Settore anche cambiando denominazione in e-lab Organizzazione di Volontariato (OdV); il numero dei soci volontari varia di anno in anno toccando anche picchi di 70 iscritti.
Negli anni la strutturazione del Doposcuola, i ragazzi iscritti (circa 45 per anno) e il cospicuo numero di volontari (si è arrivati anche a 80), hanno spinto sempre di più gli operatori a formarsi e a confrontarsi con le realtà del Territorio.

Con il progredire dell’attività ci si rende conto che non è in uso un sistema di tracciatura dei percorsi educativi, ma le “storie” dei ragazzi restano nelle teste delle operatrici e dei volontari che li seguono. Vi erano alcune schede di accoglienza, ma non un sistema di progettazione e valutazione simile al PEI (Piano Educativo Individualizzato) in uso nelle strutture che operano con minori.
I contatti intercorsi tra il Doposcuola ed il Prof. Gerolamo Spreafico, dell’Università Cattolica di Brescia, hanno generato un ipotesi di Modellizzazione Pedagogica del Doposcuola, volta alla creazione di un sistema di tracciabilità dei percorsi educativi dei ragazzi seguiti.
Nel mese di novembre 2013 la responsabile del Doposcuola presenta un progetto alla ASL di Monza per ottenere un contributo finalizzato allo sviluppo delle attività di Doposcuola già giunte nel corso degli anni ad un elevato livello di efficacia.
Ottenuto il finanziamento si sceglie dunque di andare verso una sperimentazione che consenta di tracciare il percorso di crescita globale dello studente. Si guarda con grande interesse al modello di mappa polare elaborato da Fondazione Zancan. Lo strumento creato è chiamato PROGETTO EDUCATIVO.
Si tratta di uno strumento valutativo che permette di progettare le azioni educative in modo rigoroso e scientifico, di considerare lo spazio vitale del ragazzo come pluridimensionale permettendo così di non considerare come indicatore di benessere e di crescita il solo svolgimento del compito o il raggiungimento di un risultato scolastico positivo. Da questa prima sperimentazione scaturisce nel 2016 una pubblicazione: “Agire e pensare l’educazione, a cura di Giulia Gobbi e Gerolamo Spreafico.”

 


Articolo:

Il doposcuola si fa in oratorio.
Per San Biagio la storia è un libro.

Dal 2020 a Oggi

Il periodo storico legato alla pandemia Covid-19, ha costretto gli operatori a interrompere il progetto Doposcuola da Febbraio a Marzo 2020; questo periodo di lontananza dai ragazzi e dalle famiglie ha portato a riflettere concretamente su una nuova gestione delle attività.

Come aiutare i ragazzi in questa nuova modalità di fare scuola? Come supportare i genitori che si trovano in fatica economica ed educativa proprio a seguito del periodo pandemico?

In un primo momento il Doposcuola riparte, a Marzo 2020, con l’affiancamento allo studio dei ragazzi delle medie e delle elementari grazie all’aiuto dei volontari che hanno più dimestichezza con l’utilizzo degli strumenti multimediali.
Da subito ci si rende conto che il lavoro on-line ha dei grandi limiti. Primo tra tutti l’accesso alle risorse, molte famiglie infatti faticano nel reperire gli strumenti o non dispongono di una connessione internet. Le operatrici del Doposcuola supportano allora i genitori nel reperire aiuti economici o materiale tecnico per lo studio on-line attraverso la partecipazione a bandi promossi da Caritas e dalla Fondazione Monza e Brianza. L’Associazione e-lab ottiene così dei dispositivi (pc e tablet) e abbonamenti ad internet che vengono donati alle famiglie più in difficoltà.
Grazie all’apporto del coordinamento Caritas dei doposcuola monzesi, si strutturano percorsi di formazione tecnica per il supporto allo studio on-line per i volontari. Ciò avviene attraverso la collaborazione con il consultorio COF di Monza che crea un percorso di formazione per accompagnarli nell’impostazione dello studio a distanza e continuare, quindi, a supportare i ragazzi nei compiti a casa.
Proseguono anche i contatti con le scuole partner del progetto che chiedono collaborazione per “agganciare” quegli studenti che faticano nel mantenere la frequenza scolastica seguendo la didattica a distanza (DAD).

Il Doposcuola reagisce prontamente con nuove modalità per stare vicino alle famiglie del quartiere San Biagio superando il distanziamento sociale fisico imposto. La risposta della comunità non si fa attendere: arrivano diverse candidature per il volontariato e dunque si rendono necessarie anche nuove modalità di selezione e cura dei “volontari on line”.
Si decide di investire anche nella formazione di un’operatrice che, affiancata dal prof Spreafico, il già citato pedagogista  dell’Università Cattolica di Brescia, si possa occupare di portare un’innovazione nella didattica sfruttando le opportunità del digitale per strutturare nuove occasioni di apprendimento per i ragazzi. Si decide di ispirarsi agli EAS (episodi di apprendimento situato), modalità innovativa che favorisce una didattica basata sulla relazione e che può essere usata in presenza, ma soprattutto nell’on-line.
L’equipe di lavoro è in continuo cambiamento per meglio adattarsi all’evolversi della nuova realtà. La gestione delle attività di coordinamento si espande e ad oggi sono tre le figure professionali che gestiscono l’equipe: due psicologhe Anthea Radaelli e Aurora Cucchetto, ed una educatrice professionale Federica Bonanno.
Nel 2020 la pandemia Covid-19 ha tolto la possibilità di fare Doposcuola in presenza, ma ha fatto sentire forte il bisogno di comunità.
Il Doposcuola San Biagio vuole fare tesoro di ciò che è stato imparato in questo anno così difficile, esportando un modello di lavoro vincente anche in altri contesti della parrocchia perché lo scambio continuo tra le persone porti un arricchimento per tutti.